La più grande attività valanghiva di questa stagione invernale: molte valanghe e quattro incidenti da valanga

 All'inizio di febbraio sembrava che l'inverno stesse per finire: poca neve, situazione valanghiva generalmente stabile e condizioni primaverili. Tuttavia, l'8 febbraio si è verificata la prima di molte perturbazioni di Stau da sud, che hanno ripetutamente portato molta neve fresca. La maggiore attività valanghiva è stata registrata durante e dopo l'ultima intensa nevicata di domenica 10 febbraio.

Nel frattempo, tuttavia, la situazione valanghiva è migliorata e si prevede un grado di pericolo 2 - moderato in tutta la provincia. Ciononostante, la situazione non deve essere sottovalutata, poiché nel manto nevoso è presente il problema di strati deboli persistenti, problema molto difficile da valutare, soprattutto a partire dal gruppo dell'Ortles-Cevedale, attraverso la Val Passiria, fino al Brennero e alle zone orientali della provincia. In queste zone le valanghe sono solitamente piuttosto difficili da innescare, ma in condizioni sfavorevoli possono diventare molto grandi. Non si può escludere il problema di strati deboli persistenti anche in altre zone della provincia, quindi si raccomanda prudenza. Gli accumuli di neve ventata si sono ormai stabilizzati, soprattutto nei versanti soleggiati, ma sono ancora instabili nei versanti ombreggiati e in quota. Le valanghe di slittamento non sono più state segnalate, ma sono ancora possibili in casi isolati.

Attualmente non sono previste grandi quantità di neve fresca in arrivo, quindi il pericolo di valanghe asciutte diminuirà lentamente.

Retrospettiva

Osserviamo l'andamento dell'altezza del manto nevoso presso la stazione automatica Pian dei Cavalli (2255 m) a Ultimo:

All'inizio di febbraio, l'altezza del manto nevoso a Ultimo era ben al di sotto della media pluriennale, di seguito la situazione è cambiata grazie a diverse nevicate. Le ultime due nevicate sono particolarmente interessanti, poiché si sono verificate su una superficie del manto nevoso sfavorevole. La neve fresca del 5 marzo si è posata in parte su brina di superficie, quella del 10 marzo su particelle di precipitazione frammentate.

"Il vento è il costruttore delle valanghe", questa frase riassume la situazione di domenica scorsa, 10 marzo. La combinazione di venti tempestosi da sud sud-ovest e, soprattutto, di molta neve (fino a 40 cm nelle zone di Stau da sud) in un breve lasso di tempo ha portato ad un picco di attività valanghiva spontanea nel pomeriggio di domenica. Lunedì 11 marzo l’Agenzia per la Protezione Civile ha effettuato un volo per registrare le valanghe verificatesi, e controllare lo stato delle opere paravalanghe e di contenimento. Secondo le segnalazioni, molte valanghe di grandi dimensioni (dimensione 3) e alcune molto grandi (dimensione 4) si sono verificate nelle tipiche zone di Stau da sud. Di seguito alcune immagini:

Numerose valanghe si sono distaccate dal versante nord dell’Orecchia di Lepre (la vetta si trova tra la Val d'Ultimo e la Val Martello); la valanga principale ha provocato diversi distacchi a distanza. (Foto: HELI, Kasslatter Oliver, 11/03/2024)
Bacino di trattenuta riempito dalla valanga "Breitlahn", a Martello. (Foto: Agenzia per la Protezione Civile, 11/03/2024)
Parte della zona di scorrimento e di deposito della valanga "Schneelahn" a Martello. (Foto: Agenzia per la Protezione Civile, 11.03.2024)
Valanga segnalata su un pendio esposto a nord sulla Punta Rossa, in Val Passiria. La valanga si è distaccata dapprima superficialmente, probabilmente negli accumuli di neve ventata recenti, successivamente il sovraccarico ha determinato un'ulteriore distacco nel manto nevoso. (Foto: Thomas Brunner, 13/03/2024)
Sono state osservate anche alcune valanghe a debole coesione nei terreni estremamente ripidi ed esposti al sole. Nella foto il Piz de Lavarela. (Foto: Stazione forestale di La Villa, 13/03/2024)

Al momento è necessario prevedere una crosta da fusione e rigelo, in parte portante al mattino presto, nei terreni ripidi e soleggiati fino alle alte quote. Durante la giornata, le temperature miti e il sole ammorbidiscono e inumidiscono il manto nevoso. Nei pendii ombreggiati e riparati dal vento si può ancora trovare della neve polverosa.

Indagine del manto nevoso presso le valanghe in Val Senales

Nel pomeriggio di lunedì 11 marzo, nel comprensorio sciistico Val Senales, una valanga (probabilmente innescata da uno sciatore fuoripista) si è distaccata appena sotto la Croda Grigia, coinvolgendo grandi masse di neve e seppellendo la pista. Tre persone sono rimaste parzialmente sepolte: due sono riuscite a liberarsi autonomamente, mentre la terza persona è stata rapidamente liberata da uno sciatore. Il soccorso alpino è stato immediatamente mobilitato per cercare altri possibili travolti nella zona di deposito della valanga, in totale sono stati impiegati 140 soccorritori. Mentre le ricerche stavano terminando, i primi soccorritori hanno iniziato a scendere a valle percorrendo la pista da sci quando sono stati sorpresi da una valanga spontanea. Quattro soccorritori sono rimasti intrappolati nella valanga, tuttavia, sono stati rapidamente liberati illesi.

Qual era il problema nel manto nevoso?

Per rispondere a questa domanda, il Servizio Prevenzione Valanghe ha effettuato un sopralluogo martedì 12 marzo. Le condizioni meteorologiche (il forte vento e il conseguente trasporto della neve) rendevano impossibile la determinazione dei cristalli di neve, e hanno reso possibile solo un limitato esame del manto nevoso nell'area di distacco. Le condizioni erano cambiate radicalmente anche a causa del forte vento, che aveva iniziato a soffiare sempre più forte poche ore dopo il distacco della valanga e aveva trasportato molta neve. Tuttavia, la seguente sequenza di eventi sembra la più plausibile: una frattura è stata innescata in uno strato di brina di superficie sepolta e si è propagata in tutto il versante esposto a nord-ovest (circa 3150 m s.l.m.) innescando una valanga. A causa del forte sovraccarico indotto dalla valanga si ha avuto un distacco anche negli strati deboli più profondi nel manto nevoso, e di conseguenza il trasporto di grandi masse di neve. La valanga ha raggiunto così dimensioni da grandi a molto grandi (dimensioni da 3 a 4).

Zona di distacco della valanga. La valanga si è probabilmente innescata in uno strato debole di brina di superficie sepolta. (Foto: David Spath, 11/03/2024)
Diverse corone di distacco nella parte inferiore dell'area di distacco mostrano che la valanga si è distaccata negli strati più profondi. (Foto: David Spath, 11/03/2024)
Alcune zone del deposito avevano uno spessore di oltre 5 metri. Oltre 140 soccorritori sono stati coinvolti per trovare eventuali travolti. Fortunatamente, non è stato localizzato alcun travolto e nessuno è considerato disperso. (Foto: David Spath, 11/03/2024)

È stata effettuata un'indagine completa del manto nevoso a est della pista Leo Gurschler, sotto la baita "Ötzibiwak", vicino alla stazione di monte “Gletschersee”. Il pendio nel quale è stato eseguito il profilo del manto nevoso a circa 2900 m era esposto verso nord-ovest, come l'area di distacco della valanga.

profilo del manto nevoso a circa 2900 m, in un pendio simile all'area di distacco della valanga: è stato possibile sollecitare gli strati deboli nella parte superficiale del manto nevoso, ma non è stata osservata la propagazione di fratture. Probabilmente il manto nevoso si era leggermente stabilizzato rispetto al giorno precedente. La base del manto nevoso era composta da strati deboli, ma non poteva essere sollecitata tramite un test di stabilità a causa della sua elevata profondità.

Per motivi di sicurezza, non è stato possibile effettuare un'indagine del manto nevoso nell'area in cui la valanga ha seppellito i 4 soccorritori. Tuttavia, si presume che la stabilità del manto nevoso si sia sempre più deteriorata a causa dei venti da nord sempre più forti, fino a quando una valanga spontanea a lastroni di medie dimensioni (dimensione 2) si è distaccata e ha sepolto i soccorritori.

Analisi degli incidenti da valanga Cima Beltovo e Dossobello di Dentro a Solda, 11.03.2024

A distanza di pochi chilometri e di pochi minuti si sono verificati due incidenti da valanga a Solda: nel primo è rimasto coinvolto uno snowboarder che scendeva in fuoripista, nel secondo un gruppo di tre scialpinisti in fase di discesa.

Incidente da valanga Cima Beltovo (3325 m)

Uno snowboarder stava scendendo fuoripista nel comprensorio sciistico di Solda all'Ortles, quando è stato trascinato da una valanga a lastroni. Il soccorso alpino è stato allertato dal servizio piste ed è intervenuto, ma lo snowboarder è stato sepolto solo parzialmente dalla valanga ed è riuscito a liberarsi autonomamente.

Si tratta di una valanga di medie dimensioni (dimensione 2), distaccatasi a circa 3250 m di quota in un pendio esposto a sud-ovest. Nella zona di distacco l’inclinazione del pendio era compresa tra i 40° e i 45°.

Foto della valanga scattata dall'elicottero Pelikan 3 (Foto: HELI, Oliver Kasslatter, 11.03.2024).

Il servizio prevenzione valanghe ha svolto un sopralluogo il giorno dopo l’incidente, effettuando un profilo e dei test di stabilità presso la zona di distacco.

Profilo del manto nevoso nella zona di distacco. La valanga si è distaccata nello strato debole di brina di superficie sepolta (a circa 102 cm), che era stato innescato facilmente nel test ECT (primo test ECT: rottura con propagazione all'8° colpo con il polso, ECTP8; secondo test ECT: rottura con propagazione al 3° colpo con il polso, ECTP3). Tuttavia, è molto probabile che la valanga si sia distaccata inizialmente nello strato debole (a circa 135 cm) sovrastante (frattura con propagazione al 1° colpo, ECTP1), questa frattura ha causato anche il collasso dello strato debole di brina di superficie. Lo strato debole più profondo (a circa 75 cm) era protetto dallo strato di neve dura sovrastante, e la valanga in movimento non poteva provocarne il collasso.

Incidente da valanga Dossobello di Dentro (3128 m)

Un gruppo di tre scialpinisti ha raggiunto la cima Dossobello di Dentro passando per il rifugio Serristori, quando in fase di discesa è stato travolto da una valanga a lastroni. Il soccorso alpino è stato allertato dagli stessi scialpinisti, ma quando è arrivato tutti i travolti erano riusciti a liberarsi autonomamente dalla valanga.

Si tratta di una valanga di grandi dimensioni (dimensione 3), distaccatasi a circa 2950 m di quota in un pendio esposto a ovest. Nella zona di distacco l’inclinazione del pendio era compresa tra i 30° e i 35°.

Dato che per questo incidente la quota e l’esposizione dell’area di distacco sono simili all'incidente di Punta Beltovo, si può supporre verosimilmente che anche il manto nevoso nei due luoghi presenti caratteristiche e struttura abbastanza simili.

Foto della valanga. Si nota come la valanga ha probabilmente avuto origine dal collasso dello strato debole più vicino alla superficie. Il forte sovraccarico ha portato al collasso di uno strato debole più profondo. (Foto: Olaf Reinstadler, 11.03.2024)

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