Tempo umido e nevicate – Analisi dell’incidente da valanga a Racines, 28.02.2024

 La situazione meteorologica rimane caratterizzata da aria umida e da precipitazioni nevose. Oggi, all'inizio della primavera meteorologica, ci attendono fino a 15 cm di neve fresca, soprattutto nelle zone di Stau da Sud. Tuttavia ha piovuto parzialmente, soprattutto nelle Dolomiti, anche fino a 2000 metri di quota. Con l'intensificarsi delle precipitazioni, il limite delle nevicate è sceso fino a circa 1500 m. Sabato, 2 marzo, il tempo rimarrà instabile. Alcune precipitazioni locali potranno determinare qualche nevicata al di sopra dei 1500 m. Domenica ci raggiungerà un altra depressione. Sono attesi fino a 15 cm di neve fresca, soprattutto nelle zone di Stau da Sud. Il pericolo di valanghe aumenterà leggermente raggiungendo localmente il grado di pericolo 3-marcato.

Qual è l'influenza delle condizioni meteorologhe sulla situazione valanghiva?

Rispondere a questa domanda non è semplice in questo momento. Le temperature calde, l'umidità elevata, le notti nuvolose e la pioggia in quota hanno una grande influenza sul manto nevoso. Da un lato, gli accumuli di neve ventata possono assestarsi e stabilizzarsi più rapidamente con temperature più miti. Dall'altro, inizialmente può verificarsi anche una destabilizzazione a breve termine del manto nevoso, quando la neve polverosa priva di coesione diventa un lastrone di neve coesa a causa dell'apporto di calore. Inoltre, l'apporto di calore, soprattutto dove piove, determina un forte inumidimento del manto nevoso, aumentando l'attività di valanghe di neve umida e bagnata. Anche l'attività di valanghe di slittamento aumenta.
Con neve fresca e vento, aumenta il pericolo di valanghe a lastroni.
Contemporaneamente, continuiamo a rilevare strati deboli nel vecchio manto nevoso. Questi strati non sempre sono reattivi nei test di stabilità.
In breve, il manto nevoso è attualmente molto vario, e la previsione del pericolo di valanghe è complessa.

Incidente da valanga alla base del Monte Fumaiolo

L'incidente si è verificato il 28 febbraio a circa 2300 metri di quota, sotto il Monte Fumaiolo, a Racines. Tre scialpinisti sono stati travolti da una valanga: non è stato purtroppo possibile salvare uno scialpinista, mentre gli altri due sono stati ricoverati in ospedale gravemente feriti.
Si tratta di una valanga di medie dimensioni (dimensione 2), distaccatasi a circa 2300 m di quota in un pendio esposto a nord-ovest. Nella zona di distacco l’inclinazione del pendio era compresa tra i 35° e i 40°.

La valanga si è distaccata sotto il Monte Fumaiolo, a Racines, a circa 2300 m di quota. Si può notare che la valanga non si è distaccata in modo uniforme. In alcuni punti si sono distaccati solamente gli accumuli di neve ventata in superficie, mentre in altri la valanga ha quasi eroso il manto nevoso fino al terreno. (Foto: Soccorso alpino Vipiteno, 29. 02. 2024)
Spesso a distanza di pochi metri si possono trovare condizioni molto diverse. Dove il terreno era sufficientemente ripido il lastrone di neve si è distaccato; sopra la zona di distacco erano presenti ancora fessure nel manto nevoso, ma in questo terreno moderatamente ripido la pendenza non era sufficiente per il distacco del lastrone. L'altezza del lastrone al distacco variava da 50 cm a oltre un metro. (Foto: Soccorso alpino Vipiteno, 29. 02. 2024)

Insieme al Servizio Valanghe del Tirolo e del Trentino, il Servizio Prevenzione Valanghe dell'Alto Adige ha effettuato ieri, 29.02.204, un sopralluogo in prossimità della zona di distacco e in prossimità della zona di deposito della valanga. I rilievi del manto nevoso non hanno permesso di determinare con chiarezza se valanga si sia distaccata negli strati deboli persistenti presenti nel vecchio manto nevoso, oppure negli accumuli di neve ventata presenti in superficie. Probabilmente si sono verificate entrambe le possibilità contemplate: inizialmente la valanga si è distaccata solamente negli accumuli di neve ventata superficiali. La massa di neve in movimento ha determinato un sovraccarico sul manto nevoso e gli strati più profondi del vecchio manto nevoso sono stati innescati, determinando il distacco della valanga negli strati più profondi.
La pendenza del pendio si riduceva in modo repentino alla base dello stesso, con una piccola collinetta che provocava persino una leggera controsalita nella zona di deposito. Ciò ha permesso l'accumulo di grandi quantità di neve nella zona di deposito, determinando elevate profondità di seppellimento.

Questo profilo del manto nevoso è stato effettuato nella zona di deposito della valanga. È stato possibile provocare una frattura senza propagazione al terzo colpo dal gomito, durante una prova di stabilità, precisamente sotto una crosta da fusione e rigelo sotto il lastrone di neve ventata. È stato possibile sollecitare uno strato debole più profondo al quinto colpo dalla spalla, la frattura si è propagata per tutto il blocco in questo caso.
L’indagine del manto nevoso effettuata in prossimità della zona di distacco ha dato risultati analoghi. In uno strato debole in corrispondenza di un lastrone di neve ventata è stato possibile determinare una frattura, che però non si è propagata. Tuttavia, non è stato possibile innescare gli strati più profondi. Presumibilmente il manto nevoso si era stabilizzato rispetto al giorno precedente.
Il manto nevoso era generalmente molto variabile, e consisteva essenzialmente in un lastrone di neve ventata sopra una successione di dure croste da fusione e rigelo e strati più fragili e sfaccettati. 

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