Leggero aumento del pericolo di valanghe con vento tempestoso e un po’ di neve fresca
Situazione attuale
Una corrente da nordovest porta neve sulla cresta di confine
Una forte corrente da nordovest porta nella notte tra giovedì 27 e venerdì 28 gennaio masse d'aria umida verso le Alpi e di conseguenza ci saranno alcune precipitazioni lungo la cresta di confine. In Alto Adige, la principale area di precipitazione si trova ancora una volta nella parte orientale del territorio. Fino a venerdì sera sono previsti da 10 a 15 centimetri di neve fresca sulle montagne lungo la cresta principale delle Alpi dello Zillertal ed in Alta Valle Aurina. Localmente si potranno raggiungere i 20 centimetri.
I nuovi accumuli eolici sono la principale fonte del pericolo
Con il fronte freddo, anche il vento aumenta di nuovo in modo significativo. Il vento forte da nordovest, fino a tempestoso in luoghi esposti, trasporta da un lato la neve fresca, ma in parte anche la neve non ancora legata della superficie del manto nevoso preesistente. Questa neve ventata viene successivamente depositata di nuovo sui pendii sottovento; normalmente questo deposito avviene in particolare su canaloni ed avvallamenti, così come su pendii sottovento dietro creste e dorsali.
Soprattutto in caso di venti forti, gli accumuli eolici si possono formare su tutte le esposizioni. Tuttavia attualmente sono in particolare i pendii in ombra quelli sfavorevoli, poiché la superficie del manto nevoso preesistente qui è spesso costituita da cristalli angolari, a debole coesione, risultanti dal metamorfismo costruttivo, e rappresenta quindi un possibile strato debole. Su pendii ripidi soleggiati, si è spesso formata durante il periodo di alta pressione degli ultimi giorni, una crosta da fusione e rigelo, che consente un migliore legame con la neve ventata. Qui possono essere considerati come possibili strati deboli solo la neve fresca stessa, o cristalli angolari presenti tra le croste da fusione e rigelo nella parte superiore del manto nevoso preesistente. Tuttavia, fratture nella parte superiore del manto nevoso preesistente sono per il momento improbabili a causa del basso carico della neve.
La quantità di neve fresca o a debole coesione che può essere trasportata dal vento determina ora la dimensione degli accumuli eolici e di conseguenza anche il pericolo di valanghe; le principali zone di precipitazione di domani venerdì coincidono con le zone in cui è caduta più neve già sabato scorso 22 gennaio.
Ciò significa che qui è possibile trasportare più neve a causa della neve fresca prevista, su alcuni pendii ripidi sono possibili anche valanghe di medie dimensioni, che possono essere distaccate già da un debole sovraccarico. Qui il pericolo di valanghe sopra il limite boschivo è moderato, grado 2.
Nella maggior parte del territorio, tuttavia, ci aspettiamo solo piccole zone di pericolo, il grado di pericolo valanghe rimane quindi 1, debole. Soprattutto nelle Dolomiti e nelle Alpi Sarentine, pochissima neve è disponibile per un trasporto eolico e i punti di pericolo sono probabilmente pochi ed isolati. In generale gli accumuli eolici sono facilmente riconoscibili e dovrebbero essere possibilmente evitati.
Stratificazione del manto nevoso preesistente
Il manto nevoso preesistente è caratterizzato finora da fasi di alta pressione e temperature talvolta miti. Sui pendii soleggiati - ad eccezione dell’alta Valle Aurina – troviamo un manto nevoso non continuo e con spessori esigui in parte fino in alta quota. Dove c'è neve, troviamo un alternarsi di croste da fusione e rigelo e strati soffici e deboli di cristalli angolari. Sui versanti esposti a nord si registrano, oltre i 2000 m, circa 50-80 cm di neve.
Il manto nevoso è generalmente fortemente trasformato dal metamorfismo costruttivo, in luoghi piuttosto poveri di neve si sprofonda con le scarpe spesso fino a terra nella neve a cristalli grossi senza coesione. La superficie della neve di solito è costituita da cristalli frammentati o angolari. Le aree esposte al vento sono solitamente spazzate e per lo più prive di neve.
Una corrente da nordovest porta neve sulla cresta di confine
Una forte corrente da nordovest porta nella notte tra giovedì 27 e venerdì 28 gennaio masse d'aria umida verso le Alpi e di conseguenza ci saranno alcune precipitazioni lungo la cresta di confine. In Alto Adige, la principale area di precipitazione si trova ancora una volta nella parte orientale del territorio. Fino a venerdì sera sono previsti da 10 a 15 centimetri di neve fresca sulle montagne lungo la cresta principale delle Alpi dello Zillertal ed in Alta Valle Aurina. Localmente si potranno raggiungere i 20 centimetri.
Quantità di neve fresca prevista fino a sabato, 29.01.22 ore 07:00. |
Con il fronte freddo, anche il vento aumenta di nuovo in modo significativo. Il vento forte da nordovest, fino a tempestoso in luoghi esposti, trasporta da un lato la neve fresca, ma in parte anche la neve non ancora legata della superficie del manto nevoso preesistente. Questa neve ventata viene successivamente depositata di nuovo sui pendii sottovento; normalmente questo deposito avviene in particolare su canaloni ed avvallamenti, così come su pendii sottovento dietro creste e dorsali.
Soprattutto in caso di venti forti, gli accumuli eolici si possono formare su tutte le esposizioni. Tuttavia attualmente sono in particolare i pendii in ombra quelli sfavorevoli, poiché la superficie del manto nevoso preesistente qui è spesso costituita da cristalli angolari, a debole coesione, risultanti dal metamorfismo costruttivo, e rappresenta quindi un possibile strato debole. Su pendii ripidi soleggiati, si è spesso formata durante il periodo di alta pressione degli ultimi giorni, una crosta da fusione e rigelo, che consente un migliore legame con la neve ventata. Qui possono essere considerati come possibili strati deboli solo la neve fresca stessa, o cristalli angolari presenti tra le croste da fusione e rigelo nella parte superiore del manto nevoso preesistente. Tuttavia, fratture nella parte superiore del manto nevoso preesistente sono per il momento improbabili a causa del basso carico della neve.
La quantità di neve fresca o a debole coesione che può essere trasportata dal vento determina ora la dimensione degli accumuli eolici e di conseguenza anche il pericolo di valanghe; le principali zone di precipitazione di domani venerdì coincidono con le zone in cui è caduta più neve già sabato scorso 22 gennaio.
Ciò significa che qui è possibile trasportare più neve a causa della neve fresca prevista, su alcuni pendii ripidi sono possibili anche valanghe di medie dimensioni, che possono essere distaccate già da un debole sovraccarico. Qui il pericolo di valanghe sopra il limite boschivo è moderato, grado 2.
Nella maggior parte del territorio, tuttavia, ci aspettiamo solo piccole zone di pericolo, il grado di pericolo valanghe rimane quindi 1, debole. Soprattutto nelle Dolomiti e nelle Alpi Sarentine, pochissima neve è disponibile per un trasporto eolico e i punti di pericolo sono probabilmente pochi ed isolati. In generale gli accumuli eolici sono facilmente riconoscibili e dovrebbero essere possibilmente evitati.
Stratificazione del manto nevoso preesistente
Il manto nevoso preesistente è caratterizzato finora da fasi di alta pressione e temperature talvolta miti. Sui pendii soleggiati - ad eccezione dell’alta Valle Aurina – troviamo un manto nevoso non continuo e con spessori esigui in parte fino in alta quota. Dove c'è neve, troviamo un alternarsi di croste da fusione e rigelo e strati soffici e deboli di cristalli angolari. Sui versanti esposti a nord si registrano, oltre i 2000 m, circa 50-80 cm di neve.
Il manto nevoso è generalmente fortemente trasformato dal metamorfismo costruttivo, in luoghi piuttosto poveri di neve si sprofonda con le scarpe spesso fino a terra nella neve a cristalli grossi senza coesione. La superficie della neve di solito è costituita da cristalli frammentati o angolari. Le aree esposte al vento sono solitamente spazzate e per lo più prive di neve.
Vista su San Vigilio di Marebbe: sui versanti occidentali c'è pochissima neve, fino alle cime delle montagne. (Foto: www.kronplatz.com, 27.01.2022) |
Retrospettiva
Un fronte caldo ha portato sabato, 22.01. un leggero aumento delle temperature e nevicate lungo la cresta di confine. La quantità maggiore è stata misurata in Alta Valle Aurina con un massimo di 40 cm. Sulla cresta di confine orientale si sono registrati circa 10-15 cm, a ovest sono stati registrati solo pochi centimetri. La perturbazione è stata accompagnata da venti da forti a tempestosi, da raffiche di vento, si sono formati accumuli eolici soprattutto nelle zone maggiormente interessate dalle precipitazioni. Il pericolo valanghe in queste zone raggiunge il grado 3, marcato.
Di seguito tempo soleggiato, poco vento e clima invernale mite. Gli accumuli eolici hanno così potuto legarsi rapidamente con il manto nevoso preesistente e il pericolo di valanghe si abbassa nel corso della settimana raggiungendo nuovamente il grado 1, debole.
Un fronte caldo ha portato sabato, 22.01. un leggero aumento delle temperature e nevicate lungo la cresta di confine. La quantità maggiore è stata misurata in Alta Valle Aurina con un massimo di 40 cm. Sulla cresta di confine orientale si sono registrati circa 10-15 cm, a ovest sono stati registrati solo pochi centimetri. La perturbazione è stata accompagnata da venti da forti a tempestosi, da raffiche di vento, si sono formati accumuli eolici soprattutto nelle zone maggiormente interessate dalle precipitazioni. Il pericolo valanghe in queste zone raggiunge il grado 3, marcato.
Di seguito tempo soleggiato, poco vento e clima invernale mite. Gli accumuli eolici hanno così potuto legarsi rapidamente con il manto nevoso preesistente e il pericolo di valanghe si abbassa nel corso della settimana raggiungendo nuovamente il grado 1, debole.
La nostra osservatrice a Casere ha comunicato domenica, 23.01. una quantità di neve fresca, misurata in 24 ore, di 30 cm. L’altezza della neve corrisponde alla media del lungo periodo. Tutti i dati degli osservatori possono essere visualizzati qui. |
Previsione
A metà della prossima settimana è possibile un po' di neve fresca lungo la cresta di confine. |