In presenza di un forte riscaldamento, si prospetta il primo periodo di valanghe di neve bagnata
Situazione attuale
Il periodo di alta pressione delle ultime settimane, caratterizzato in parte da freddo invernale, è terminato; ora si prospetta a un periodo tipico primaverile con valanghe di neve bagnata.Rapido inumidimento del manto nevoso
Questo mercoledì, 16 marzo, e giovedì 17 marzo sarà molto mite, lo zero termico salirà a 3000 m. Nelle ultime due notti il cielo è stato prevalentemente nuvoloso, il manto nevoso non ha potuto irradiare calore. La conseguenza è che sulla superficie della neve si è potuta formare solo una sottile crosta da fusione e rigelo. Lo spessore della crosta superficiale può essere equiparato a una protezione che contrasta il crescente inumidimento nel manto nevoso, poiché questa crosta deve prima essere sciolta nel corso della giornata, prima che il calore possa penetrare negli strati più profondi. A causa delle temperature miti, della luce solare diretta e - a causa delle nuvole residue - anche della radiazione diffusa, la sottile crosta da fusione e rigelo si scioglierà rapidamente oggi mercoledì e il manto nevoso risulterà sempre più umido. Ciò vale principalmente per i pendii soleggiati esposti ad est, a sud ed a ovest nonché tutte le esposizioni alle quote medie (laddove c'è ancora neve). Tuttavia, si può ipotizzare che anche i versanti settentrionali saranno inumiditi superficialmente fino alle quote elevate.
Quali sono le conseguenze?
Già in tarda mattinata sono possibili valanghe di neve bagnata di piccole e medie dimensioni da pendii ripidi e soleggiati; in primo luogo soprattutto nelle zone con poca neve. A partire da mezzogiorno e nel pomeriggio il manto nevoso perde sempre più la sua compattezza e la possibilità di distacchi di valanghe di neve bagnata aumenta. Sono possibili valanghe a lastroni di neve bagnata, valanghe di neve a debole coesione e - nelle zone più nevose - anche valanghe per scivolamento di neve bagnata.In generale, la dimensione potenziale delle valanghe dipende naturalmente dallo spessore della neve e dalla sua distribuzione. Nelle parti settentrionali della provincia c’è generalmente più neve che nelle zone più meridionali, e questo vale in particolare per i pendii esposti a sud, che al sud della provincia spesso sono già senza neve fino in alta quota: questo vuol dire che la probabilità di valanghe più grandi è maggiore su pendii esposti a sud nelle parti settentrionali dell`Alto Adige e il pericolo è quindi maggiore. Nessuna attività è prevista sui pendii in ombra al di sopra del limite del bosco.
Vista dal Passo Sella verso il Sassolungo. In generale abbiamo poca neve nelle parti meridionali del territorio provinciale, versanti esposti a sud sono ormai privi di neve fino alle alte quote. (Foto: www.dolomitesmeteo.it, 16.03.2022) |
La notte di giovedì 17 marzo poi sarà di nuovo parzialmente nuvolosa. Le alte concentrazioni di sabbia del Sahara negli strati più alti dell’atmosfera impediscono anche l’irraggiamento del manto nevoso. Ciò significa che anche giovedì iniziamo la giornata con una “protezione” insufficiente (crosta sottile da fusione e rigelo) e lo sviluppo è simile al giorno precedente. L'attività valanghiva di neve bagnata si sposterà poi sempre più dai versanti meridionali (SE-S-SO) alle esposizioni est e ovest.
Oggi si vedono in maniera evidente i depositi della sabbia del Sahara sul manto nevoso (Foto: www.foto-webcam.eu , 16.03.2022) |
In breve: La qualità della neve al di fuori delle piste nei prossimi giorni sarà scarsa. Sui versanti a nord, la neve ancora asciutta verrà inumidita fino alle alte quote. Sui pendii soleggiati, il manto nevoso diventa sempre più fradicio. La crosta di fusione e rigelo non è presente al mattino o non è portante. Inoltre, nel corso della giornata aumenta il pericolo di valanghe.
In ogni caso, è consigliabile concludere le gite in congruo anticipo.
Non si prevedono ancora forti precipitazioni o nevicate. Lo scioglimento della neve continua a progredire lentamente e l'inverno viene gradualmente sostituito dalla primavera.
Il problema degli strati deboli persistenti nella zona della Vallelunga e Val Müstair è passato sempre più in secondo piano, poiché il manto nevoso sopra gli strati deboli non era più in grado di propagare fratture a causa della trasformazione da metamorfismo costruttivo.
Sui pendii ripidi soleggiati, invece, è iniziata la trasformazione da scioglimento a causa del già forte irraggiamento solare fino alle quote elevate. Durante la notte si è formata una di crosta da fusione e rigelo spesso stabile, che durante il giorno veniva poi lentamente indebolita.
In questo modo il manto nevoso ha potuto stabilizzarsi a tutte le esposizioni e ne è seguita una fase eccezionalmente lunga di basso pericolo di valanghe.
Uno sguardo ai prossimi giorni
Le temperature si abbasseranno lentamente già da venerdì 18.03. e lo zero termico si stabilizza nuovamente nel fine settimana sotto i 2000 m. Ciò riduce anche il rischio di valanghe bagnate e di scivolamento.Non si prevedono ancora forti precipitazioni o nevicate. Lo scioglimento della neve continua a progredire lentamente e l'inverno viene gradualmente sostituito dalla primavera.
Previsione di neve fresca per la zona dell’Ortles: secondo i modelli attuali non sono previste nevicate di rilievo. |
Retrospettiva
Dall'inizio del mese, una forte zona di alta pressione determina in Alto Adige condizioni soleggiate e assenza di precipitazioni. Con temperature fredde, bassa umidità e, di conseguenza, notti per lo più stellate e giornate serene, il manto nevoso nei versanti in ombra ha subito un processo di metamorfismo costruttivo. Il risultato è un manto nevoso senza coesione, in parte fino al suolo. Localmente, tuttavia, è ancora possibile trovare neve polverosa (riciclata, a cristalli angolari) abbastanza buona.Ieri 15.3.2022 uscita in campo con colleghi e colleghe del servizio valanghe del Tirolo a Schmirn (Tirolo del nord). Le indagini hanno evidenziato un manto nevoso costituito fino al suolo da cristalli angolari con ancora una “riserva” di freddo. I risultati dei test di stabilità hanno mostrato un manto nevoso stabile. (fonte: www.lawis.at). |
Il problema degli strati deboli persistenti nella zona della Vallelunga e Val Müstair è passato sempre più in secondo piano, poiché il manto nevoso sopra gli strati deboli non era più in grado di propagare fratture a causa della trasformazione da metamorfismo costruttivo.
Sui pendii ripidi soleggiati, invece, è iniziata la trasformazione da scioglimento a causa del già forte irraggiamento solare fino alle quote elevate. Durante la notte si è formata una di crosta da fusione e rigelo spesso stabile, che durante il giorno veniva poi lentamente indebolita.
In questo modo il manto nevoso ha potuto stabilizzarsi a tutte le esposizioni e ne è seguita una fase eccezionalmente lunga di basso pericolo di valanghe.