Neve fresca dopo le miti temperature

 Come sempre iniziamo con le cose più importanti. A causa della neve fresca caduta su un vecchio manto nevoso sfavorevole, in concomitanza con vento molto forte, il pericolo valanghe in alcune zone della provincia è aumentato a marcato grado 3. 

Alla fine della settimana scorsa la corrente in quota è ruotata da sudovest portando da domenica masse d'aria umida versa l'Alto Adige

Alla stazione sulla Cima Undici (2926 m) venerdì il vento è ruotato da nordovest a sudovest (punti blu). In seguito, domenica pomeriggio ha iniziato a nevicare. Questo si può vedere nel grafico in basso, seguendo la linea blu del punto di rugiada che sale rapidamente fino a coincidere con la linea rossa della temperatura dell'aria.
Alla stazione sulla Cima Undici (2926 m) venerdì il vento è ruotato da nordovest a sudovest (punti blu). In seguito, domenica pomeriggio ha iniziato a nevicare. Questo si può vedere nel grafico in basso, seguendo la linea blu del punto di rugiada che sale rapidamente fino a coincidere con la linea rossa della temperatura dell'aria. 

Al di sopra degli 800-900 m circa ha nevicato abbondantemente domenica e lunedì (8 e 9 gennaio). Le maggiori quantità di precipitazioni sono cadute lungo una linea che passa dalla Val d'Ultimo alla Val Sarentino fino alla Valle Aurina. Con oltre 30 cm, gli osservatori di Gitschberg (2010 m), Monte Chiusetta (2000 m), Casere (1590 m) e Predoi (1449 m) hanno rilevato i maggiori totali di neve fresca.


I maggiori apporti di precipiazione si sono registrati da sud, lungo la Val Sarentino fino in Valle Aurina.
I maggiori apporti di precipiazione si sono registrati da sud, lungo la Val Sarentino fino in Valle Aurina. 

Martedì il vento è ruotato da nord ed è ovunque aumentato di intensità. Nel nord della provincia ha continuato a nevicare a tratti con condizioni di luce diffusa. La neve fresca e la neve vecchia a debole coesione sono state trasportate intensamente e si sono depositate su un manto nevoso poco spesso e per lo più formato da cristalli angolari. In questo modo si è formato un manto nevoso con una stratificazione debole. 


Crepe nel manto nevoso e trasporto eolico della neve vicino al Passo Stalle. (Foto: Felix Tschurtschenthaler, 10.01.2023)
Crepe nel manto nevoso e trasporto eolico della neve vicino al Passo Stalle. (Foto: Felix Tschurtschenthaler, 10.01.2023) 

Il giorno 10.01.2023 è avvenuto un incidente in valanga in Val Chedul vicino al Passo Gardena. I dettagli sull'incidente seguiranno. 

Ma come si presentava il manto nevoso prima delle nevicate? 

Come l'anno scorso, anche questo inverno è stato molto povero di neve. A parte gli eventi di precipitazione di inizio e fine novembre e inizio dicembre, il manto nevoso non ha avuto altri apporti significativi di neve. Il manto nevoso ha quindi uno spessore inferiore alla media in quasi tutta la provincia. Conseguentemente il pericolo valanghe e l'attività valanghiva sono stati fin d'ora relativamente bassi. 


L'altezza della neve a Melago (linea rosa) è attualmente - come in molte località della provincia - al di sotto della media (linea grigio scuro: altezza media della neve nel lungo periodo, grigio chiaro: altezza minima e massima della neve dall'inizio delle misurazioni).
L'altezza della neve a Melago (linea rosa) è attualmente - come in molte località della provincia - al di sotto della media (linea grigio scuro: altezza media della neve nel lungo periodo, grigio chiaro: altezza minima e massima della neve dall'inizio delle misurazioni). 

Tuttavia, con queste condizioni - soprattutto sui versanti esposti a nord e in alta quota anche su quelli a sud - si è formato un debole manto di neve vecchia. Ciò significa che il manto nevoso era costituito da cristalli di neve trasformati in grani angolari, localmente su tutto lo spessore. Nei giorni intorno e dopo Capodanno, invece, sono arrivate masse d'aria calda che hanno portato a temperature molto miti per il periodo dell'anno. Lo zero termico arrivava oltre i 3000 metri. Questo ha favorito la formazione di una crosta parzialmente portante sulla superficie della neve, soprattutto sulle esposizioni sud e in parte anche su quelle a nord.


Il manto nevoso esaminato in questo profilo a Oberholz Gefrorenen (Nova Levante) prima dell'ultima nevicata è composto quasi interamente da cristalli angolari trasformati per forte gradiente e costituisce quindi una pessima base per le prossime nevicate.
Il manto nevoso esaminato in questo profilo a Oberholz Gefrorenen (Nova Levante) prima dell'ultima nevicata è composto quasi interamente da cristalli angolari trasformati per forte gradiente e costituisce quindi una pessima base per le prossime nevicate. 

Nonostante l'esposizione nord il manto nevoso a Maseben (Melago Vallelunga) internamente presentava delle croste. Inoltre le miti temperature di fine anno lo hanno probabilmente inumidito leggermente in superficie. Al momento del rilievo fatto a 2659 m l'aria misurava una temperatura di quasi 0°. Le temperature nel manto fortemente negative mostrano come durante la notte la neve si sia potuta raffreddare per irraggiamento.
Nonostante l'esposizione nord il manto nevoso a Maseben (Melago Vallelunga) internamente presentava delle croste. Inoltre le miti temperature di fine anno lo hanno probabilmente inumidito leggermente in superficie. Al momento del rilievo fatto a 2659 m l'aria misurava una temperatura di quasi 0°. Le temperature nel manto fortemente negative mostrano come durante la notte la neve si sia potuta raffreddare per irraggiamento. 

Gli ingredienti principali per la formazione di valanghe di lastroni sono noti per essere, uno strato di neve coeso su uno strato debole in un terreno ripido. Lo strato debole - la neve vecchia trasformata - era quindi presente. Lo strato coeso invece, era in gran parte mancante.

Di conseguenza, abbiamo ricevuto solo poche segnalazioni di valanghe, la maggior parte delle quali si è verificata su terreni estremamente ripidi al di sopra dei 2400 m, come nella Val d'Ultimo.


Questa valanga a lastroni venne staccata tracciando in salita, su un pendio esposto a sudest sotto la Piccola Orecchia di Lepre (Ultimo 3077 m). Fortunatamente non ci sono stati travolti. (Foto: Gabriel Schwienbacher, 06.01.2023)
Questa valanga ci è stata segnalata da un pendio esposto a sudest sotto la Piccola Orecchia di Lepre (Ultimo 3077 m). (Foto: Gabriel Schwienbacher, 06.01.2023)


Il distacco della valanga sulla Piccola Orecchia di lepre è tipico per il problema di strati deboli persistenti (neve vecchia). Lo strato debole è nascosto sotto un lastrone con spessore variabile. In molti punti il lastrone è grosso a sufficienza che un singolo sciatore non può disturbare lo strato debole sottostante. Dove però c'è meno neve - nei passaggi da poca a molta neve - qui lo strato debole può essere sollecitato facilmente. (Foto: Gabriel Schwienbacher, 06.01.2023)
Il distacco della valanga sulla Piccola Orecchia di lepre è tipico per il problema di strati deboli persistenti (neve vecchia). Lo strato debole è nascosto sotto un lastrone con spessore variabile. In molti punti il lastrone è grosso a sufficienza che un singolo sciatore non può disturbare lo strato debole sottostante. Dove però c'è meno neve - nei passaggi da poca a molta neve - qui lo strato debole può essere sollecitato facilmente. (Foto: Gabriel Schwienbacher, 06.01.2023)

Previsione: 

Con una corrente da ovest, il tempo rimarrà variabile nei prossimi giorni. Qualche fiocco di neve può cadere, soprattutto sulla cresta principale delle Alpi. Nella notte tra domenica e lunedì, una perturbazione arriverà da sud-ovest e, secondo le attuali previsioni, nevicherà su tutta la provincia. All'inizio della prossima settimana, il pericolo di valanghe aumenterà leggermente. Come sempre, potete trovare i dettagli su avalanche.report.


Sommatoria di neve fresca prevista nel Gruppo occidentale delle Vedrette di Ries.
Sommatoria di neve fresca prevista nel Gruppo occidentale delle Vedrette di Ries. 








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